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Fratelli d’Italia sulla cattura del boss Messina Denaro

È notizia dello scorso 16 gennaio la cattura del super ricercato Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra ritenuto il mandante degli attentati mafiosi avvenuti in Italia tra il 1992 e il 1993, tra cui la strage di Capaci e quella di via D'Amelio in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino.

La sezione nocese di Fratelli d’Italia guidata dal segretario Dino Mansueto ha voluto celebrare quanto accaduto elogiando il lavoro delle forze di polizia: "Rivolgiamo i nostri più vivi complimenti ai carabinieri del Ros e al Procuratore di Palermo per questa storica cattura, che testimonia che lo Stato è sempre più forte della criminalità organizzata e che la criminalità organizzata è sempre più debole dello Stato".

Un arresto dal significato importante in cui, secondo FdI Noci, traspare la volontà della premier Giorgia Meloni e del suo partito di combattere la criminalità organizzata: "Questo arresto ci racconta che possiamo liberare l’Italia dal cancro della mafia. Oggi più che mai sono fiero che il Governo Meloni abbia fatto quanto possibile per difendere la normativa speciale antimafia. Con la mafia non si scherza, non si può arretrare e non è una partita di dama; tutti gli strumenti, anche i più duri, debbono essere messi in campo".

La cattura del boss siciliano segna un punto di svolta investigativo, ma soprattutto culturale: "Quanto è accaduto racconta, soprattutto ai più giovani, che contro lo Stato si perde sempre; che una vita da recluso, da rifugiato, da latitante non termina mai con una vittoria. Al di là di certe coreografie hollywoodiane non c’è nulla di romantico nella vita del boss mafioso che vive come un topo e poi viene sempre catturato. L’arresto di Messina Denaro, avvenuto il 16 gennaio e a trent’anni esatti dall’arresto di Totò Riina del 15 gennaio ’93 è una coincidenza che, per quanto assolutamente casuale, è densa di significato e chiude definitivamente un cerchio".

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